Oggetto costante di studio e di accesi dibattiti, le staminali sono delle vere e proprie cellule primitive, indifferenziate tra di loro, che dispongono della capacità di dare origine ai 210 tipi diversi di cellule che costituiscono l’organismo di ogni essere umano.
Diversi tipi di staminali
Esistono diversi tipi di cellule staminali, appartenenti a due sottogruppi principali, quello delle cellule staminali embrionali e quello delle cellule staminali adulte. Le embrionali si distinguono, a loro volta, in totipotenti, ovvero in grado di dare origine ad ogni tipo di cellula e tessuto, e pluripotenti, in grado di produrre solo alcuni tipi di cellule mature e tessuti. Le staminali adulte possono invece essere multipotenti, con una minor possibilità di differenziarsi, che danno origine alle cellule di un tessuto specifico (o di alcuni tessuti) e le unipotenti, che possono originare una sola tipologia di cellule mature.
Vediamo ora nel dettaglio le proprietà di alcune delle cellule staminali maggiormente utilizzate nella cura dei pazienti, o di quelle per le quali ci sono numerosi studi all’attivo per le proprie potenzialità ed adattabilità in differenti tipi di cure.
Cellule staminali adulte, vantaggi e svantaggi del loro utilizzo
Cellule staminali emopoietiche – Le staminali emopoietiche sono cellule con una grande capacità differenziativa, in grado di riprodursi e, conseguentemente, moltiplicarsi. Danno origine ai globuli rossi, ai globuli bianchi e le piastrine. Si tratta di cellule adulte multipotenti, che trovano la loro sede definitiva nel midollo osseo. Tuttavia, anche il cordone ombelicale dispone di questo tipo di cellule adulte, che possono essere estratte nel momento della sua recisione; a differenza di quelle midollari, le emopoietiche cordonali godono anche di peculiarità di tipi immunologico, poiché godono di una maturazione minore, con una conseguente maggior capacità proliferativa. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche permette di fornire una efficace cura alle malattie maligne del sangue, come leucemia, mieloide o linfoidi, ed anche a quelle ereditarie, per le quali non sussistono al giorno d’oggi delle cure alternative valide e comprovate. Un possibile svantaggio nell’utilizzo delle staminali emopoietiche deriva dalla probabilità, nei trapianti autologhi, di reintrodurre nell’organismo alcune cellule tumorali. Nella stessa tipologia di trapianto, inoltre, è possibile che venga a mancare l’effetto anti-leucemico, il cosiddetto graft-versus-leukemia effect, rendendo vana la cura.
Cellule staminali mesenchimali – Nel midollo osseo, oltre alle emopoietiche, sono contenute anche cellule staminali mesenchimali, cellule staminali adulte e multipotenti, che godono della proprietà di differenziarsi in cellule tessuto-specifiche.
Queste cellule godono di notevoli vantaggi, dal momento che possono essere isolate con estrema facilità e divise da altre tipologie cellulari; hanno la capacità di fungere da immunosoppressori e inoltre possono differenziare tipologie di tessuti con origine embrionale differente. Molto studiate per la loro capacità di differenziamento, al giorno d’oggi sono utilizzate in ortopedia, specie per interventi alla cartilagine, dal momento che con un solo intervento, il cosiddetto one-step, è possibile porre rimedio a lesioni altamente debilitanti per la vita lavorativa – e non solo – quotidiana. Gli svantaggi del loro utilizzo dipendono dall’età del paziente che viene sottoposto al trapianto: l’efficacia dell’innesto di cellule staminali mesenchimali in un paziente di 20 anni è differente da quella in un paziente di 40; inoltre è stato dimostrato che dopo i 45 anni, difficilmente questo tipo di trapianto possa avere la benché minima efficacia.
Cellule staminali embrionali, pro e contro
Le cellule staminali embrionali sono cellule cresciute direttamente in laboratorio, che sono state ricavate da un gruppo di cellule presenti nell’embrione (di circa 5 giorni di età). Come le altre cellule staminali, le embrionali hanno la capacità di auto-riprodursi e di differenziarsi, ma sono ben più versatili di altre cellule: sono infatti cellule pluripotenti, che come abbiamo già avuto modo di dire possono dar vita a tutti i gruppi di cellule presenti nel corpo umano, sicuramente un ottimo vantaggio. Questa proprietà permette di utilizzare le cellule embrionali nella cura di numerose patologie, e numerosi sono gli studi all’avanguardia che stanno prospettando successi nella cura di malattie – spesso molto gravi – che attualmente non dispongono di alcuna cura efficace. Tra i vari possibili utilizzi, si possono ricordare la probabile cura di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, di malattie muscolari o scheletriche, di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla e di malattie degenerative degli apparati visivo e auditivo; le applicazioni sono, in prospettiva, innumerevoli. Specie per la cura di malattie neurodegenerative, però, si è ben lontani dal poter affermare con certezza l’efficacia di questo tipo di cellule staminali. Per poterla comprovare, infatti, è necessario verificare, in primis, che le cellule staminali che si intende utilizzare possano diventare a tutti gli effetti dei neuroni con caratteristiche specifiche per la cura di determinate patologie.
Inoltre non è stato ancora appurato che le staminali apportino degli effettivi benefici e che una volta trapiantate non siano soggette ad una proliferazione anomala – problematico, in quanto darebbe vita a tumori. Il primo vantaggio dell’utilizzo di staminali embrionali deriva dalla compatibilità. Nei trapianti in genere, uno dei problemi maggiori ai quali si può andare incontro, infatti, è il rigetto dell’organo trapiantato. L’utilizzo di embrionali permette di evitare qualsiasi problema collaterale successivo al trapianto, garantendo la moltiplicazione delle cellule e l’efficacia delle stesse, senza alcun rigetto da parte del sistema immunitario del paziente.
Gli effetti del trapianto di cellule embrionali hanno una durata molto più lunga rispetto a quelli prospettati con altre tipologie di cure. I primi effetti sono appurabili dopo qualche mese (2 in media) dal trapianto, e garantiscono efficacia a medio (3-4 mesi) o lungo termine (2-3 anni, o in casi specifici per tutta la vita del paziente).
Alcune controindicazioni
Come in tutte le terapie, però, vi sono anche diverse controindicazioni. Il paziente che si sottopone ad un trapianto di staminali embrionali, infatti, può andare incontro a artriti settiche, emorragie alla retina non curabili nell’immediato, ipertensioni collegate a possibili vascoliti o trombosi. Nella peggiore delle ipotesi, è possibile andare incontro a carcinomi di origine ematica.