Tutto quello che devi sapere se hai deciso di conservare il cordone ombelicale
Il sangue del cordone ombelicale del neonato è una fonte di cellule staminali che si suppone possano dare una speranza di vita in più a migliaia di malati in tutto il mondo.
Le cellule staminali sono dotate di proprietà di base uniche, dal momento che hanno una capacità di riprodursi illimitata, oltre che di differenziamento.
Sottoposte ad adeguate stimolazioni, infatti, possono dar vita a qualsiasi altro tipo di cellule del corpo, dalle muscolari alle neuronali. Da queste cellule derivano tutte le nostre strutture: la pelle, i muscoli, le ossa, il sangue, tutti gli organi; durante la vita di un essere umano rivestono un’importanza fondamentale, in quanto assumono funzioni di riparazione in caso di lesioni, grazie alle proprie capacità proliferative e di differenziamento. Il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali progenitrici ematopoietiche, che hanno la proprietà di moltiplicarsi e generare le cellule di cui dispone il sangue, e che possono trovare applicazione terapeutica in più di 70 tipi di malattie del sangue e malattie genetiche.
Quali sono le effettive utilità della conservazione del cordone ombelicale?
Le cellule staminali presenti nel cordone e nel sangue prelevato al suo interno hanno un alto potere terapeutico, ed attualmente è stata provata l’efficacia della loro applicazione in trapianti allogenici, in particolar modo nella cura di malattie del sangue neoplastiche ed anche non tumorali, come alcune leucemie, linfomi, anemie e malattie metaboliche.
Conservare il cordone ombelicale può essere indispensabile per il potenziale di cui dispone: negli ultimi anni, infatti, molto numerosi sono i programmi di ricerca che sono stati avviati nel campo della sanità pubblica, così come in quella privata, a livello mondiale, per metterne in luce l’utilizzo nel trattamento di malattie come il diabete, l’Alzheimer, le patologie cardiache e le paralisi cerebrali. Di seguito, una serie di vantaggi derivanti dalla conservazione delle cellule presenti all’interno del cordone ombelicale. Le cellule del cordone sono più efficaci delle cellule staminali presenti nel midollo osseo quando si utilizzano per curare un familiare del donante, inclusi i casi nei quali si abbia una leggera incompatibilità nei tessuti. In virtù del progresso scientifico degli ultimi anni, è normale che sempre più future mamme si stiano informando (o lo abbiano già fatto) sull’effettiva utilità di preservare le staminali presenti nel cordone ombelicale, e sulle modalità di prelievo e conservazione delle stesse.
Come funziona la conservazione?
Dopo che è stato scoperto dalla comunità scientifica che il cordone ombelicale contiene un buon numero di cellule staminali, nel mondo sono state create un numero sempre crescente di banche – attualmente sono circa 50 – in grado di conservare le cellule contenute, e metterle successivamente a disposizioni per trapianti.
Secondo Paolo Rebulla, ex responsabile della Biobanca Pubblica di Milano per le staminali cordonali, il prelievo è assolutamente privo di pericoli per madre e figlio, in quanto il sangue viene raccolto a seguito di una puntura del cordone ombelicale a taglio già avvenuto. Dal prelievo si ottiene circa un decimo di litro di sangue, che viene inviato alla banca.
Da quanto è stato appena detto, risulta chiaro che quando si parla di conservazione del cordone ombelicale, non si intende una conservazione di tessuti, che è vietata per legge, bensì la conservazione (tramite congelamento) del sangue contenuto al suo interno.
Nel momento in cui i genitori del nuovo nato decidano di conservare il cordone ombelicale del proprio figlio, si trovano di fronte ad una doppia possibilità di scelta, dal momento che è possibile indirizzare le cellule staminali a delle banche pubbliche, in modo da risultare utili per chiunque ne potesse bisognare, oppure conservarle in una banca privata – pagando cifre cospicue – per poter farne un uso esclusivamente personale, in caso di necessità.
Il dibattito su cosa sia giusto o non giusto fare, ovvero su quali strutture fare affidamento, è molto aperto e contrastato. Non essendo questo il luogo più adatto a farlo, non prenderemo parte al dibattito in corso. L’unica cosa che ci sembra il caso di sottolineare è il fatto che la comunità scientifica internazionale sia attualmente unanime nel non raccomandare la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale solo per il proprio figlio, in quanto è stato dimostrato che in realtà queste cellule possono essere più efficaci per curare altri pazienti compatibili, piuttosto che se stessi.
A sei mesi delle donazione del cordone ombelicale, la madre deve sottoporsi a dei controlli di rito, un prelievo di sangue, indispensabile per garantire la sicurezza del cordone ombelicale. Inoltre, la madre deve fornire contemporaneamente un certificato di buona salute del figlio, che deve essere rilasciato dal pediatra.
La normativa italiana
Paese che vai, approccio normativo differente che trovi. Sì, poiché in Europa alcuni stati hanno reso possibile la sola donazione eterologa, ovvero quella che prevede che le cellule staminali possano essere trapiantate, in caso di compatibilità, in bambini malati. Altri hanno vincolato la conservazione autologa a particolari criteri ben precisi. In Italia, con un decreto legislativo emanato il 18 novembre 2009, è autorizzata la donazione eterologa, ovvero per persone diverse da quelle da cui le cellule staminali sono prelevate, sebbene sia concessa la conservazione autologa nel caso in cui il neonato, al momento del prelievo, dimostri di soffrire di patologie per le quali le sue cellule staminali potrebbero risultare indispensabili.
Un mito da sfatare
Quando si leggono informazioni online riguardanti conservazione del cordone ombelicale e cellule staminali è sempre bene prenderle con le pinze, poiché non sempre sono del tutto veritiere. In particolar modo, circola spesso nel web la notizia che le cellule staminali si riescano a conservare per soli 10-12 anni; questa è una notizia priva di fondamento, giacché è stato provato che dopo 24 anni, le staminali del cordone ombelicale sono ancora vitali, mantenendo la propria capacità di riprodursi infinitamente.