Brutta sorpresa per la scienziata giapponese Haruko Obokata. La rivista Nature ha ritrattato due articoli sull’impiego delle staminali perché ha scoperto che i risultati erano palesemente falsi.
Immaginate la rabbia della redazione di Nature, una delle riviste scientifiche più importanti al mondo, quando ha capito che gli studi della trentenne giapponese, considerati come un punto si svolta, erano stati ottenuti con ritocchi alle fotografie, degni del miglior photoshoppista.
La comunità scientifica truffata
L’istituto presso cui lavora la Obokata (il prestigioso Riken Center for Developmental Biology di Kobe), nonché i suoi colleghi, erano all’oscuro di tutto. La comunità scientifica internazionale non ha sospettato minimamente che le foto del lavoro svolto fossero state ritoccate a regola d’arte, e hanno sostenuto fermamente la validità di questo metodo che consentiva di ricavare staminali che si trasformavano in vari tipi di cellule, partendo dai globuli bianchi.
Questo perché secondo altre ricerche, le cellule vegetali adulte avevano reagito in maniera simile, e altri studi avevano confermato il fatto che anche quelle dei mammiferi potevano comportarsi in un determinato modo in presenza di precisi stimoli ambientali.
La rivista Nature si è scusata ufficialmente, ma da questa brutta vicenda emerge l’amara considerazione che il mondo scientifico è pieno di imbroglioni e truffatori. Nell’editoriale in cui si annuncia la ritrattazione è contenuta la promessa di controllare minuziosamente le ricerche prima di pubblicarne il contenuto per evitare che la gente perda fiducia nella scienza e che i fondi destinati alla ricerca non siano sperperati inutilmente.