Il potenziale delle cellule staminali è sempre più sorprendente ed è per questo motivo che la ricerca medica continua ad investire energie e risorse nella sperimentazione staminale al fine di trovare nuove terapie efficaci per combattere le malattie.
Cellule staminali cerebrali umane
Una ricerca che è in corso e che pare stia dando i primi risultati positivi riguarda la cura della Sla (sclerosi laterale amiotrofica) attraverso il trapianto di cellule staminali cerebrali . La Sla è una malattia neuro degenerativa progressiva del motoneurone ed è conosciuta con vari nomi (morbo di Lou Gehrig, malattia di Charcot o malattia dei motoneuroni) e che porta alla progressiva e irreversibile perdita della normale capacità di deglutizione, dell’articolazione della parola e del controllo dei muscoli scheletrici.
La sperimentazione svolta dal professore di biologia cellulare all’Università Bicocca di Milano, Angelo Vescovi, sta cercando di sviluppare una terapia che sia capace di combattere questa malattia e si sta cercando una soluzione nelle cellule staminali.
I dati fino ad ora raccolti hanno dimostrato la sicurezza del trattamento che in in alcuni casi ha addirittura dimostrato di avere benefici neurologici sui pazienti. La sperimentazione si pone all’avanguardia nell’ambito delle terapie avanzate con staminali e consiste nel trapiantare delle cellule staminali cerebrali umane prelevate da feti abortiti spontaneamente, tale ricerca si sta svolgendo nel rispetto della normativa internazionale vigente ed in accordo con le regole della European Medicine Agency (o più semplicemente EMA) e le cellule prodotte sono certificate dall’Agenzia italiana del farmaco e realizzate sotto il regime del good manufacturing practice. La prima fase di sperimentazione ha dimostrato la sicurezza del trattamento ed ha dato dei risultati che lo stesso professore Angelo Vescovi non ha esitato a definire eccellenti. Seppur è troppo presto per parlare di una cura per la Sla, la sperimentazione è pronta per entrare in Fase II e nel 2016 il trattamento verrà applicato su 70-80 pazienti con la quale si cercheranno delle conferme circa l’efficacia del trattamento.